Europa in piccolo

50 anni del secondo Statuto d'autonomia

L’Accordo Degasperi-Gruber, la risoluzione dell’ONU, un’autonomia dinamica: la pubblicazione commemorativa “Alto Adige: un’Europa in piccolo” illustra la storia, l’ancoraggio internazionale e gli aspetti etici dell’autonomia della nostra Provincia. Raccoglie inoltre numerose voci e considerazioni, dando un volto alla storia: a dieci persone nate tra il 1922 e il 2012 è stato chiesto come l’autonomia influisca sulle loro vite. In collaborazione con l’Ufficio Stampa della Provincia abbiamo progettato il libro e lo abbiamo realizzato nelle tre lingue della Provincia.

Pubblicazione commemorativa (2022)
Redazione e copywriting, Revisione e correzione, Strategia e ideazione, Traduzione

In lingua italiana, tedesca e ladina

Cliente: Landespresseamt Südtirol, www.autonomie.provinz.bz.it

Art Direction: Philipp Aukenthaler, www.hypemylimbus.com

Illustrazioni: Phillip Klammsteiner, www.vonklammsteiner.com

Servizio fotografico: Manuela Tessaro, www.manuelatessaro.it

Stampa: Dialog GmbH, www.dialog.bz

Azioni terroristiche sempre più cruente e con un carico maggiore di vittime, i cui effetti si riverberarono anche sul deciso peggioramento delle relazioni diplomatiche tra i due Paesi, furono ulteriori ostacoli lungo il cammino né lineare né breve della risoluzione del problema altoatesino. I personali e riservati incontri seppero creare un reciproco clima di rispetto e fiducia, necessario per procedere verso la soluzione della vertenza con la soddisfazione di tutte le parti.

Tratto da: Giorgio Mezzalira, Costruire l’autonomia

“Con il secondo statuto i nostri padri hanno saputo superare una drammatica divisione, evitando così il naufragio del progetto autonomistico e il tradimento dello spirito dell’Accordo di Parigi. Con il coraggio del dialogo e la fantasia istituzionale hanno invece guardato avanti, aprendo una stagione di pace e di sviluppo che ha pochi eguali in Europa.”

Lorenzo Dellai, Presidente della Provincia autonoma di Trento dal 1999 al 2012

“Vorrei che nel sistema scolastico ci fossero più punti di contatto tra i tre gruppi linguistici, per creare maggiore unità e far sì che le nostre vite non scorrano semplicemente parallele, come accade ancora in molti ambiti.”

Magdalena Ferdigg, 20 anni

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